La figura del padre è cambiata nel tempo: l’autorevolezza, spesso eccedente nell’autoritarismo, tipica del modello educativo novecentesco fino agli anni della Contestazione, si è eclissata dando luogo ad un vuoto di modelli normativi. Eppure, la sua necessità funzionale – indipendentemente dal genere o dalla sessualità di chi la esercita, rimane.
Concretamente, l’assenza di un riferimento paterno rischia di disabituare alla frustrazione, all’attesa, a reggere il peso formativo dei “no”. Ma come può svilupparsi il desiderio, fondamentale motore del progresso umano, senza frustrazione?
Massimo Recalcati in COSA RESTA DEL PADRE (Raffaello Cortina Editore), afferma che la figura del pater familias, verso la quale non nutre alcuna nostalgia, si è esaurita: al padre di oggi, che prescinde dal suo ideale, resta la possibilità di testimoniare le passioni e i progetti, non quella di proporre i modelli o addirittura i valori.
Attraverso esempi letterari e cinematografici – un romanzo di Philip Roth, un racconto di Cormac McCarthy e due film di Clint Eastwood – Recalcati propone un campionario di possibili vie di paternità che delineano quel che si può fare con “quel che resta del padre”.
A conti fatti, in quest’epoca che assiste al prevalere del desiderio illimitato e senza legge, secondo lo psicanalista lacaniano non è più di quello edipico, ma del complesso di Telemaco – figlio di Ulisse, che trascorre le sue giornate in riva al mare provando nostalgia per la figura paterna della legge e della misura, quello di cui i nostri figli sono affetti. Ne IL COMPLESSO DI TELEMACO (Feltrinelli), Recalcati sostiene che «essere figli, essere eredi, è sempre essere anche orfani». Ma, continua lo psicanalista, «l’eredità non è mai eredità di sangue: ciò che si eredita è sempre una testimonianza». Perché, infine, ha ragione Telemaco: «qualcosa torna sempre dal mare».
Il medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva Alberto Pellai ben descrive la propria concezione di genitorialità in queste parole: «Generare figli significa generare speranza e dotarsi di un’idea di futuro che va oltre i nostri limiti temporali e progettuali. È mettere al centro della propria vita l’idea di “noi” come prevalente sull’idea di “io”. Poi, certo, è anche un sacrificio, ma nel senso etimologico di “rendere sacro”». In DA UOMO A PADRE (Mondadori), Pellai analizza i bisogni emotivi dei “padri millennial”, desiderosi di ricoprire non solo un ruolo normativo e protettivo – che oggi faticano ad avere – ma anche affettivo nella vita dei figli. La narrazione all’interno del libro contiene storie esemplificative, casi clinici e informazioni importanti sul diventare papà, e segue il metodo della NPO (narrativa psicologicamente orientata).
La centralità della figura di Telemaco viene poi ribadita dallo studioso di lettere classiche Daniel Mendelsohn che nel raffinato memoir UN’ODISSEA racconta di un matematico in pensione, l’ottantunenne Jay Mendelsohn, suo padre, che frequenta il seminario sull’Odissea tenuto dal figlio. Ecco comparire Ulisse e Telemaco. Jay è un Ulisse in controcanto e in misura minore, ma pur sempre carico di esperienza e di matura consapevolezza, mentre Daniel-Telemaco cerca il confronto con il padre per dare assetto e solidità alla propria indipendenza. La verità svelata dal mito, ritiene Mendelsohn, è sempre psicologica: così la sua Odissea è occasione per riflettere sulla natura del rapporto tra padri e figli; e sui figli che a loro volta diventano padri; è un modo per sviscerare uno dei legami più complessi, forti e importanti nella vita di una persona.
Ma chiudiamo con leggerezza. Per annunciare a fine 2022 l’uscita del volumescritto a quattro mani, L’ORA DEL CAFFÈ (Einaudi Stile libero), Gianrico Carofiglio e la figlia Giorgia, dichiaravano: «Il tema della crisi climatica e della prospettiva del futuro è quello da cui siamo partiti e dove è più vistosa la difficoltà di comprendersi. Vogliamo provare a capire questa frattura generazionale». Così, hanno cominciato a smontare e rimontare le numerose discussioni che li hanno visti contrapposti, con spirito di curiosità e sperimentazione. E, pur senza annullare tutte le divergenze, hanno elaborato una serie di ragionamenti in cui sono riusciti a combinare entrambi i punti di vista. Anche grazie al fatto di condividere, per fortuna, lo stesso orizzonte etico.