Lo scorso 6 ottobre la scrittrice francese Annie Ernaux, che oggi ha 82 anni, si è aggiudicata il premio Nobel per la letteratura, il più prestigioso riconoscimento mondiale. Femminista e molto attiva politicamente, sempre lontana dai circoli letterari, secondo l’Accademia svedese ha meritato il premio proprio grazie a “il coraggio e l’acume clinico con cui ha svelato le radici, le rimozioni e i vincoli collettivi della memoria personale”.
Ma il Nobel di Ernaux premia anche l’estrema cura, la grande dedizione che sulle sue opere ha profuso a partire dal 2014 il piccolo editore indipendente che la pubblica e l’ha fatta conoscere in Italia, L’orma – che per una fortunata sincronia festeggia nel 2022 i propri dieci anni di attività. Della Ernaux, L’Orma ha pubblicato i romanzi Gli anni; L’altra figlia; Memoria di ragazza; Una donna; La vergogna; L’evento (dal quale è stato tratto il film L’Événement diretto da Audrey Diwan e Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021); La donna gelata; Guarda le luci, amore mio; Il posto, tutti tradotti da uno dei fondatori della casa editrice, Lorenzo Flabbi.
Ed era da tempo contemplata all’interno del piano editoriale de L’Orma la pubblicazione, in autunno, precisamente l’8 novembre, del nuovo libro della scrittrice, Il ragazzo, uscito in Francia a maggio di quest’anno e per settimane in testa alle classifiche, nuovo tassello di quella produzione letteraria che si può considerare a tutti gli effetti una medesima, grande opera socio-biografica.
Il ragazzo racconta la relazione che la scrittrice, cinquantenne, intreccia con un ragazzo di trent’anni più giovane. Per la narratrice, però, non si tratta di vivere forzando la realtà alla ricerca di una nuova giovinezza, ma di immergersi piuttosto in una specie di rivisitazione del passato. È solo attraverso gli occhi di Annie Ernaux che il lettore percepisce la differenza di età tra i due amanti: che si tratti di un accappatoio di spugna grigio, di una canzone, di un pasto condiviso in un dormitorio fatiscente o di vecchie fotografie, ogni elemento diviene un valido supporto per conferire vitalità alle reminiscenze.
«A differenza dell’epoca dei miei diciotto, venticinque anni, quando ero completamente in quello che mi stava accadendo, senza passato né futuro, a Rouen, con A., ho avuto l’impressione di rivivere scene e gesti già avvenuti, il dramma della mia giovinezza.» Mentre, al contrario di lei, il giovane incarnato da A. è puro presente. Ed è proprio in questo continuo scambio tra passato e presente che la “giovane donna scandalosa”, qual era la scrittrice, e la sua forma “matura”, finiscono per fondersi.