PERFETTI PER L’INVERNO

Accoccolati sul divano, sotto un plaid, davanti a un caminetto scoppiettante, affondati su una poltrona comoda, un tè o una cioccolata calda sul tavolino, durante l’inverno il relax è sinonimo di lettura. Così, anche noi abbiamo preparato il nostro angolo per la lettura, con una bella pila di libri perfetti per la stagione fredda.

Com’è doveroso nei confronti di questo pianeta il cui ecosistema è in pericolo, riflettiamo sulla crisi climatica: Inverno liquido, del giornalista e ricercatore Maurizio Dematteis e del formatore e saggista Michele Nardelli, ne affronta gli effetti sulle piccole e medie realtà sciistiche di Alpi e Appennini. Nell’ecosistema della montagna, ci troviamo oggi nello spartiacque tra un modello ormai insostenibile e una conversione ecologica non ancora pienamente partita. Quel che è certo, è che «Non ci si salva da soli. Occorre incrociare gli sguardi, condividere le conoscenze, tessere le trame di alleanze».

«Non ci si salva da soli. Occorre incrociare gli sguardi, condividere le conoscenze, tessere le trame di alleanze».

Da alcuni mesi sul territorio iraniano divampano le proteste e le manifestazioni seguite alla morte della studentessa ventiduenne Mahsa (Jina) Amini, avvenuta in circostanze mai chiarite mentre era in custodia della polizia morale di Teheran. La dura risposta del governo ha condotto, ad oggi, a oltre 520 morti tra i manifestanti, circa 20.000 arresti e numerose condanne a morte. Riflettiamo sulle vicende di quel paese aggiungendo alla nostra pila di libri Finché non saremo liberi, di Shirin Ebadi, prima donna musulmana a ricevere il Premio Nobel per la Pace. Pubblicato nel 2016, le sue pagine testimoniano di come uno stato di polizia possa influire sulla vita delle persone e gettare le famiglie nella disperazione: l’Iran, già in quegli anni, si era trasformato  una delle più grandi prigioni per giornalisti, avvocati, attivisti dei diritti delle donne e studenti.

Ma la realtà iraniana di oggi corrisponde anche a quella descritta da Azar Nafisi quasi vent’anni fa: Leggere Lolita a Teheran, bestseller divenuto un classico dell’epoca contemporanea, descrive le difficoltà di essere donna nella repubblica islamica dell’Iran. Lo fa attraverso i racconti personali della professoressa Nafisi e delle sette studentesse che, dopo la sua rimozione dall’insegnamento presso l’università Allameh Tabatabei, partecipano al seminario del giovedì mattina istituito presso la casa della stessa insegnante. Azar Nafisi ha lasciato il suo Paese per gli Stati Uniti, dove insegna, nel 1997.

La nostra piletta di libri continua a crescere, ma ci spostiamo su temi più leggeri. Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno, del pluripremiato stand-up comedian e scrittore australiano Benjamin Stevenson, è un giallo che dimostra la sua originalità riattualizzando i canoni classici à la Conan Doyle e Agatha Christie. Lo si evince da subito, quando, in apertura, l’autore enuncia le regole del “Decalogo del Giallo Perfetto” scritto da Ronald Knox nel 1929. Decretati i “patti chiari, amicizia lunga” con il lettore, finalmente incontriamo Ernest Cunningham, protagonista e voce narrante del romanzo, insieme alla sua strana famiglia di assassini. Siamo in un resort di montagna, isolato da una bufera: la location perfetta per un omicidio, che in effetti avviene…

È un freddo inverno irlandese quello in cui ci conduce un romanzo uscito alla fine dello scorso anno, Piccole cose da nulla, della scrittrice irlandese Claire Keegan. Siamo nella cittadina di New Ross, nel 1985, quando Bill Furlong, commerciante di carbone e legname, si trova a fare i conti con un passato doloroso che ha tentato invano di rimuovere. Un passato che non ha coinvolto solo lui, ma l’intera comunità in cui vive. Tutti sapevano, ma hanno taciuto. Hanno taciuto le storie di maltrattamenti e abusi di potere compiuti da chi più di chiunque altro doveva essere degno di fiducia – la Chiesa cattoliche, le suore – nei confronti di giovani donne strappate alla loro vita e segregate perché ritenute immorali. Non è affatto piccola cosa, in realtà, sconfiggere finalmente il muro di omertà e avere il coraggio di parlare e schierarsi.

La nostra piletta si conclude con Ferrovie del Messico, di Gian Marco Griffi, libro dell’anno di Faharenheit 2022 e già indicato dai media come possibile candidato allo Strega 2023. Ambientato ad Asti nel ‘44, e su e giù per le ferrovie del Messico, tra gli anni Venti e i Trenta del secolo scorso, nel corso delle sue oltre 800 pagine, tutte meritevoli, lo scrittore piemontese dà voce a un coro di personaggi che, con le loro storie e sotto storie, generano una vera e propria epica tragicomica dai labili confini, proiettata in un futuro indeterminato, quindi infinito.

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