IL DONO DELL’ACQUA

“Dalla terra nasce l’acqua, dall’acqua nasce l’anima. È fiume, è mare, è lago, stagno, ghiaccio e quant’altro. È dolce, salata, salmastra, è luogo presso cui ci si ferma e su cui si viaggia, è piacere e paura, nemica e amica, è confine ed infinito, è cambiamento e immutabilità, ricordo e oblio.” Vale la pena ricordare, in occasione della GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA che si celebrerà mercoledì 22 marzo 2023, questi frammenti di Eraclito, filosofo greco vissuto tra il VI e il V secolo a. C.

E speriamo siano giunti da quel passato remoto fino a noi non invano, visto che oggi più che mai l’acqua, questa insostituibile risorsa, è messa in pericolo dalle attività dell’uomo, tra sprechi, inquinamento, crescita demografica, cambiamenti climatici, urbanizzazione e industrializzazione. Solo un cambiamento radicale delle abitudini individuali e un nuovo indirizzo delle politiche pubbliche può preservarne il futuro. E, con il suo, il nostro.

Alcuni libri possono aiutarci a comprendere la profondità e l’ampiezza di questo problema e darci indicazioni su come affrontarlo.

Edoardo Borgomeo, giovane idrologo dal 2016 honorary research associate presso l’Università di Oxford dove si è laureato, firma nel 2020 un importante saggio divulgativo sull’acqua. ORO BLU è un viaggio composto da nove tappe. Nove storie, una per capitolo, la prima delle quali si svolge in uno dei luoghi simbolo del dissesto idrico legato ai cambiamenti climatici: l’innalzamento del mare porta la contaminazione di fiumi e pozzi, con conseguenze gravi per la salute degli abitanti del Bangladesh lungo la fascia costiera, tra complicazioni della gravidanza e malattie della pelle.

Anche lo scienziato italo-britannico Giulio Boccaletti, tra i maggiori esperti di sicurezza ambientale, Honorary Research Associate presso la Smith School, centro interdisciplinare dell’Università di Oxford, nel suo ACQUA. UNA BIOGRAFIA, affronta il tema del paesaggio idrico e della relazione di mutua dipendenza e reciproco adattamento tra l’uomo e l’acqua, elemento fondamentale della Terra dalla potenziale forza distruttiva e nel contempo portatore di vita. Attingendo a una sterminata bibliografia, Boccaletti sostiene che le istituzioni politiche, nel corso della storia dell’uomo, si sono a mano a mano plasmate affinché “la società potesse esprimere la propria capacità di agre su un ambiente mutevole”. In questo senso, “il cuore della risposta dell’acqua è una risposta politica a condizioni materiali”.

Anche la scrittrice e saggista bolognese Daniela Padoan, che per anni si è occupata di razzismo e dei totalitarismi del Novecento, ha esaminato la questione idrica con la cura del volume GLI STATI GENERALI DELL’ACQUA. Non è indispensabile guardare al resto del mondo, in cui circa due miliardi di persone non hanno un accesso sicuro all’acqua potabile e circa 1,7 miliardi non dispongono neppure dei servizi igienici di base, per rendersi conto dell’emergenza in cui versa la situazione. Basta guardare la siccità che sta caratterizzando la parte settentrionale del nostro Paese. A causa di un’evoluzione strabica delle specie coltivate, dell’inquinamento delle acque sotterranee e del degrado delle reti di distribuzione – il sapere tecnico spesso scalzato dagli ingranaggi burocratici – è giunto il momento di ascoltare la voce  climatologi, geografi, biologi, attivisti che affermano la necessità di tornare all’acqua come relazione, cura, pace, giustizia e diritto universale per tutti gli esseri viventi.

Non è uno scienziato, ma narratore, poeta e drammaturgo, l’islandese Andri Snær Magnason che ne IL TEMPO DELL’ACQUA – vincitore nel 2021 del Premio Tiziano Terzani, lancia un drammatico allarme: non c’è più tempo, dobbiamo salvare la Terra e possiamo farlo solo adesso. Nel libro, ricco di inserti fotografici e dedicato, per rendere inequivocabile il messaggio, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti, Magnason tenta di far comprendere anche a livello emotivo quello che gli impersonali appelli degli scienziati pare non riescano a far giungere alle nostre coscienze: i dati scientifici, letteralmente immersi nel patrimonio culturale comune, potranno essere così finalmente interiorizzati. Ma l’invito dello scrittore è anche quello di fare tesoro della drammatica esperienza del Covid 19: come in quel caso ci siamo affidati alla scienza per salvare le nostre vite, così oggi dobbiamo credere alle parole dei climatologi. E forse, in quella pausa globale che a causa del virus siamo stati costretti a prendere, c’è la traccia della via da seguire.

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