Oltre mezzo milione di studenti italiani per 14mila commissioni esaminatrici hanno già concluso le prove scritte dell’esame di Maturità e sono impegnati ad affrontare l’orale. Verosimilmente, entro le prime due settimane di luglio si conosceranno i risultati finali.
Se in passato il passaggio della Maturità era perentorio e segnava, quasi inequivocabilmente, la transizione all’età adulta, oggi questo passaggio è molto più fluido, lento e graduale, anche a causa di un’accentuata precarietà esistenziale sconosciuta alle generazioni scorse. Una precarietà esistenziale che si manifesta in modi diversi, anche a livello di genere.
Il lavoro dello psicoterapeuta dell’età evolutiva Alberto Pellai, RAGAZZO MIO. LETTERA AGLI UOMINI VERI DI DOMANI, segnala la presenza tra i giovani maschi di una sorta di analfabetismo emotivo che ne blocca la maturazione e rischia di favorire accessi di violenza. Il libro nasce da un fatto di cronaca: una mattina, una compagna di classe del figlio sedicenne di Pellai manca da scuola. La sua assenza è l’esito di una strage familiare in cui un padre ha ucciso moglie e figlia. Di qui l’urgente riflessione dello psicoterapeuta che individua nel ruolo educativo del padre la responsabilità di trasmettere ai figli un approccio un corretto approccio alle emozioni. Perché i padri hanno il compito di insegnare ai figli a diventare grandi in termini di competenza e non di potenza.
SII TE STESSO A MODO MIO, di Matteo Lancini, docente universitario, psicologo e psicoterapeuta, presidente della nota fondazione di Milano Minotauro, che dal 1985 si occupa del disagio psicologico in età evolutiva, afferma con forza che il mondo degli adulti è inadempiente rispetto a quello degli adolescenti: «Abbiamo costruito una società che alimenta il valore del soggetto a discapito della capacità di comprendere chi si ha di fronte», abitata da individui incapaci di interessarsi all’altro «per quello che è, per come è fatto lui e per quelli che sono i suoi bisogni profondi».
La soluzione al malessere esistenziale dei ragazzi non è nel “togliere” (Internet, il telefono, i Social). La soluzione risiede al contrario nella “rieducazione” degli adulti affinché provino empatia, a imparino a calarsi nella realtà giovanile sempre più fluida.
La psicoterapeuta e scrittrice Stefania Andreoli, che da sempre lavora con gli adolescenti, le famiglie e la scuola, in MIO FIGLIO È NORMALE risponde alle domande che quotidianamente le vengono poste da padri e madri disorientati e confusi, inermi davanti alle trasformazioni dei figli, che spesso faticano a distinguere un adolescente “fisiologico” da un figlio che invece ha bisogno di aiuto.
Sempre la Andreoli, in PERFETTI E FELICI, mette in luce le sfide che gli adulti di domani devono affrontare per raggiungere la felicità e la realizzazione personale in un mondo che sembra sempre più frenetico e competitivo e sostiene che l’idea di “perfezione” promossa dalla società moderna sia spesso un ostacolo per la felicità e il benessere psicologico delle persone.
Altra accusa, peraltro infondata, che il mondo degli adulti rivolge ai ragazzi, è quella di non leggere. Vale la pena citare un piccolo capolavoro di Luciano Bianciardi, scrittore, giornalista e critico televisivo scomparso alla fine del 2022, che sbeffeggia il mondo intellettuale degli anni Sessanta in Italia. NON LEGGETE I LIBRI, FATEVELI RACCONTARE riprende un’inchiesta in sei puntate, pubblicata nel 1966 sul periodico ABC, con la quale Bianciardi intendeva avviare i giovani, specie quelli “particolarmente privi di talento”, alla carriera intellettuale. Il libro riprende tutti i tic dell’ambiente progressista milanese e li amalgama facendo una caricatura dell’intellettuale integrato. Suggerisce i vestiti, gli intercalari, come conversare nei salotti, che gusti vantare e quali deprecare, perché rimanere vaghi in politica, e di no leggere libri, “ce ne sono troppi”, facendosi raccontare le trame, tutt’al più. Molti dei consigli, benché datati, potrebbero essere tuttora validi, e riescono sicuramente a essere spassosi anche oggi.