FOCUS SU ALESSANDRO BARICCO

Classe 1958, Alessandro Baricco, uno tra gli scrittori e saggisti italiani più noti e amati in Italia, suscita da sempre incontrastabile ammirazione o feroci critiche. Indifferenza, mai. Oggi, a distanza di otto anni dall’uscita del suo ultimo romanzo, La sposa giovane, è in libreria con Abel (Feltrinelli, novembre 2023). Il titolo prende il nome dal protagonista, Abel Crow, sceriffo di un Ovest immaginario: «Sento una vibrazione, allora sparo. Che ne so, come una vibrazione. Estraggo e sparo…». Spara, il ragazzo che ha imparato a farlo «nelle grandi solitudini dove è stato prima bambino, poi uomo a undici anni, infine vecchio a diciannove…»; spara finché le sue competenze da sceriffo, da audace tiratore, diventano addirittura facoltà mistiche.

Ma, con uno scrittore della levatura di Baricco, è bene partire da principio. Il suo primo romanzo, Castelli di rabbia, una narrazione orchestrata come una partitura musicale, esce nel 1991 con Rizzoli (oggi è di Feltrinelli) ed è subito un successo. Niente di strano, non fosse che non si tratterà di un successo effimero, come quelli a cui siamo abituati: ancora oggi Castelli di rabbia si vende in libreria e si legge con passione.

Un anno dopo l’esordio in narrativa, lo scrittore torinese pubblica, ancora con Rizzoli, Oceano mare (oggi nella Ue di Feltrinelli), 240 pagine dense di atmosfere oniriche che, grazie alla bellezza dei suoi personaggi surreali, diventano un caso editoriale. Un altro libro destinato a durare negli anni, anche perché, se nella storia della letteratura mondiale, dall’Odissea fino a Moby Dick, il mare ha sempre rappresentato in vari modi il tramite per una clamorosa uscita da sé stessi, dai propri limiti, dai propri ambienti, dalla propria natura, in Oceano mare esso finisce invece per circoscrivere un luogo immaginario in cui i personaggi tentano di incontrare sé stessi. Come se Baricco traesse frammenti dal nostro inconscio, individuale e collettivo, li trasformasse in parole, in periodi, in pagine, e ne facesse un mondo forse non del tutto decifrabile, ma nel quale riusciamo agevolmente a muoverci. La durevolezza dell’inconscio…

Da allora a oggi Baricco continua a dare alle stampe, sempre con grande parsimonia, libri destinati a “restare”. Da Novecento, monologo teatrale pubblicato nel 1994 da Feltrinelli (il ’94 è anche l’anno della fondazione della Scuola Holden), e trasposto in pellicola cinematografica quattro anni dopo da Giuseppe Tornatore con il titolo La leggenda del pianista sull’oceano al romanzo breve Seta (1996), ambientato nella seconda metà dell’Ottocento, protagonista un giovane commerciante di bachi da seta francese costretto a viaggiare per il lontano Giappone, unico paese al mondo in cui l’epidemia che ha colpito i bachi non è arrivata.

Giusto per citare libri dello scorso secolo.

È del 2004 Omero, Iliade, riscrittura e reinterpretazione del poema epico, in cui i personaggi dell’opera omerica narrano direttamente la vicenda attraverso monologhi. Il tema non è dei più “facili”, eppure è trattato così bene, in modo talmente inconsueto, che il libro ha successo e diventa un altro long seller.

Ma facciamo un balzo in avanti e atterriamo alle porte di questi anni Venti del Duemila, in cui la rivoluzione tecnologica (quindi comunicativa, quindi culturale), si è consolidata. The Game (Einaudi, 2018), in quella che si può considerare la prima opera davvero divulgativa e trasversale su Internet e dintorni, dipinge uno scenario che riconosciamo perché ci viviamo in mezzo. Consci che «uno dei concetti più cari all’uomo analogico, la verità, è diventato improvvisamente sfocato, mobile, instabile». Si tratta di un saggio e, si sa, raramente i saggi vanno in classifica. Inaspettatamente, dunque, The Game si ritrova sul podio, a duellare niente di meno che con l’autobiografia di Francesco Totti…

Ora, a tener Abel tra le mani, si sente che tra l’Ovest immaginario di questo western metafisico e le praterie domate dal treno di Castelli di Rabbia, la locanda Almayer, unico approdo in mezzo all’Oceano Mare, il Giappone di Seta, la nave-mondo su cui cresce Novecento, non c’è poi chissà quale grande distanza. È sempre il mondo interiore di Baricco, c’è sempre quella sua penna magistrale.

Alessandro Baricco è ospite della trasmissione Che tempo che fa” di Fabio Fazio domenica 28 gennaio 2024

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