Fast-interviste: Luca Mercadante

La nostra più recente intervista l’abbiamo registrata dalla Libreria Centofiori, bella e nota libreria milanese fresca del Premio della Scuola per Librai Elisabetta e Umberto Mauri. Con noi, Luca Mercadante, autore di La fame del Cigno (Sellerio), un romanzo che si distingue nel panorama del noir per l’ambientazione – il litorale domitio, e per l’originale e intensa figura del suo protagonista: Domenico Cigno. Ex pugile e giornalista sportivo, Cigno è un uomo segnato da un rapporto complesso con il cibo e l’obesità, da un passato difficoltoso e dalla voglia di riscatto.

Luca Mercadante e la costruzione di un protagonista autentico

Il romanzo, un noir d’azione di grande profondità psicologica, affronta tematiche come la dipendenza, il rapporto col proprio corpo e il desiderio di riscatto, senza mai scivolare nella retorica o, quanto alla figura del protagonista, nella caricatura.

Il personaggio Domenico Cigno nasce dalla necessità dell’autore di esplorare un punto di vista lontano dal proprio. “Non sono tra quegli scrittori che attingono esclusivamente al bacino della propria storia e del proprio vissuto, per questo ho creato un personaggio che sembra l’opposto di me”, spiega Mercadante.

Ma al di là delle distanze apparenti, Cigno incarna pulsioni, insicurezze, spigoli, ostinazione e orizzonte etico che lo scrittore campano riconosce come propri. E lo stesso succede a noi lettori, che ci identifichiamo, almeno in parte, con il disordine interiore del personaggio, non possiamo non trovare in lui qualcosa di nostro. Domenico Cigno è tutti noi.

L’ambientazione

Il racconto si dipana lungo il corso del litorale domitio, un territorio che riflette le contraddizioni del protagonista. “Come Domenico, anche Castel Volturno è un luogo che per pochissimo non ce l’ha fatta”, racconta Mercadante. Negli anni ’50 ha rischiato di diventare una località turistica di lusso, di trasformarsi in una novella Capri. Invece è incappata in un susseguirsi di degrado e abbandono.

È in questo scenario che prende forma la trama noir del romanzo, che si apre con la scomparsa di un’influencer impegnata in un reportage sulla tratta delle donne nigeriane. Quando viene ritrovato un cadavere, l’attenzione mediatica esplode. Ma se non si trattasse di lei? Se il corpo rinvenuto fosse quello di una qualsiasi ragazza africana, riceverebbe la stessa attenzione mediatica? “Questa differenza di percezione è una delle grandi ipocrisie che ho voluto evidenziare nel romanzo”, sottolinea Mercadante.

Il giornalismo e la critica sociale nel romanzo
Uno dei temi centrali di La fame del Cigno è il giornalismo e il suo ruolo nella società contemporanea. “Il giornalismo dovrebbe tornare a essere una lotta contro le ingiustizie”, dice Mercadante. “Oggi spesso è ridotto a un ruolo subalterno, mentre il mondo dell’informazione si trasforma rapidamente”.
Nel romanzo emerge anche una riflessione sul contrasto tra giornalismo tradizionale e nuovi media: “Gli influencer spesso vengono sottovalutati, ma in molti casi riescono a raggiungere più persone rispetto alle testate classiche”.

La fame del Cigno: un noir Sellerio che lascia il segno
Alla domanda su cosa lasci La fame del Cigno ai lettori, Mercadante risponde senza esitazione: “Ogni scrittore ha un colore d’inchiostro, il mio è il rancore. È una forza che mi spinge a scrivere e che attraversa tutto il romanzo”. Non si tratta di un’emozione sterile, di un sentimento piccolo. Rappresenta, al contrario, un motore, una spinta generatrice di creatività.

Il libro, pubblicato da Sellerio, è un perfetto esempio di noir capace di illuminare le ombre della società.

Domenico Cigno è un personaggio che riflette le fragilità di tutti noi, e La fame del Cigno è un romanzo che non solo intrattiene, ma costringe a riflettere.

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