“Promettimi che non moriremo”: già il titolo sembra la carezza a una ferita. Un romanzo che promette intensità e la mantiene per tutte le sue quasi 700 pagine, con la voce unica di Mara Carollo, al suo esordio narrativo con Rizzoli, e già capace di firmare un libro che ha stupito editori, lettrici e lettori per la sua maturità stilistica e la forza emotiva. L’intervista completa è disponibile sulla pagina Facebook di Fastbook e puoi vederla qui: 👉 Intervista Fastbook su Facebook.

Una storia lunga una vita: Caterina, le montagne, il desiderio
Caterina è la protagonista di Promettimi che non moriremo. Nata nei primi del ’900 in una contrada montana del Veneto, sembra destinata a una vita già scritta: pascoli, campagna, silenzi. Ma Caterina desidera. Desidera leggere, sapere, emanciparsi. E, in filigrana a tutta la narrazione, desidera Mario, l’amico d’infanzia con cui ha condiviso i primi anni e da cui la vita l’ha separata.
Una voce fuori dal coro
Durante l’intervista Fastbook su Facebook, Mara Carollo racconta che Caterina nasce da una figura reale: sua nonna. Eppure il romanzo non è un memoir. È un’opera di invenzione che parte da venti pagine battute a macchina intitolate Ricordi della mia vita, scritte nel 1991 da quella stessa nonna. Da lì, però, la scrittura si è liberata, è diventata altro. Non c’era introspezione in quelle memorie, solo fatti, date, eventi. Così Mara ha iniziato un viaggio di immaginazione, ricostruendo emozioni, paure, scelte, mettendo sulla pagina ciò che in quelle righe non c’era: la carne e il respiro di un’esistenza femminile.
Il risultato è un romanzo epico e insieme intimo, in cui la grande storia (le guerre, il boom economico, la Resistenza) si intreccia con la piccola storia di Caterina. Un intreccio così ben costruito che sembra naturale, spontaneo. E invece è il frutto di un lavoro rigoroso, in cui la cornice storica ha dato il ritmo alla narrazione.
Esordiente, ma non troppo
Promettimi che non moriremo è il primo romanzo di Mara Carollo, ma chiamarla “esordiente” è quasi riduttivo. Il libro è nato durante il lockdown, scritto lontano dall’Italia, in un momento di solitudine e nostalgia. All’inizio, Mara non pensava nemmeno di pubblicarlo: “La mia unica ambizione era arrivare alla fine”, racconta. Poi, dopo un anno, lo ha ripreso in mano e ha iniziato a lavorarci davvero, sfrondando, riscrivendo, cercando un filo che tenesse insieme le parti. Da lì, il romanzo ha preso forma. E ha trovato più di un editore interessato.
Il resto è storia: grazie alla Bottega di narrazione di Giulio Mozzi, il manoscritto è stato presentato ad agenti e case editrici, fino ad approdare in Rizzoli. E oggi è in libreria, vivo, potente, vero.
Contro la prevedibilità: verità e complessità
In un panorama editoriale dove la retorica è sempre dietro l’angolo, Promettimi che non moriremo si distingue per onestà e spessore. Caterina non è un’eroina da copertina, non incarna valori moderni in modo forzato. È una donna del suo tempo, piena di contraddizioni, a tratti scomoda. E proprio per questo vera.
Mara Carollo ha evitato i cliché, ha rifiutato l’idea di una protagonista che “ci deve piacere”. Ha scelto invece di raccontare la complessità dell’essere donna in un’epoca che lasciava poco spazio all’individualità, al desiderio, alla libertà. Il punto di vista è sempre quello di Caterina: non c’è voce fuori campo, non c’è giudizio storico. Solo la sua esperienza diretta, spesso limitata, sempre autentica.

Un libro sul desiderio
In fondo, dice Mara, Promettimi che non moriremo è un romanzo sul desiderio. Su quello che resta anche quando tutto cambia. Sul sogno di una vita diversa, che si incarna in un volto – quello di Mario – ma va ben oltre. Un romanzo che attraversa un secolo ma resta vicino, vicino al lettore e alle sue emozioni. E che ci ricorda, pagina dopo pagina, che desiderare è vivere.
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