I libri di novembre 2025: un mese di letture da scoprire: grandi firme e nuovi sguardi sul nostro tempo.
Novembre è un mese di passaggio che porta, a piccoli passi, verso il Natale. Le giornate sono corte, l’aria si fa più umida e il desiderio di rifugio cresce: è tempo di tornare ai libri, di cercare tra le pagine voci nuove o ritrovate.
Tra le novità editoriali di novembre 2025, ecco dodici libri diversissimi tra loro che già appartengono alla stagione dei regali: romanzi, saggi e storie capaci di toccare corde intime o di spalancare grandi scenari, capaci di emozionare, sorprendere e far pensare.
E cominciamo dal primo, un romanzo che con tenerezza e ironia racconta la paternità come la più grande delle avventure: Ti telefono stasera di Lorenzo Marone, uscito il 4 di novembre.
Giò Coppola ha cinquant’anni, legge in tv previsioni del tempo che raramente azzecca e vive in equilibrio precario tra solitudini e amori a scadenza. Quando l’ex moglie parte per lavoro e gli affida il figlio Duccio, nove anni e un talento precoce per le domande spiazzanti, Giò si ritrova a scoprire cosa significhi davvero essere presente.
Tra colazioni improvvisate, compiti di matematica e giornate sgangherate, padre e figlio imparano a conoscersi, a ridere e a perdonarsi. Intorno a loro si muove una famiglia buffa e imperfetta: una madre che dispensa consigli non richiesti, un padre silenzioso ma incisivo, una sorella travolta dalle sue disavventure sentimentali e l’immancabile amico Paco Meraviglia, ottimista per vocazione.
Con il suo tono lieve, Marone firma un romanzo sui padri che sa toccare corde intime senza perdere leggerezza: un ritratto affettuoso di padri che sbagliano, amano e imparano a esserci a modo loro.
Cambia radicalmente il tono ne La bugia dell’orchidea di Donato Carrisi, in uscita per Longanesi l’11 novembre. Tutto comincia nel 2005 in una campagna immobile, un’alba d’estate, un casale rosso e un urlo che rompe il silenzio: la famiglia C. non esiste più. Ogni indizio punta verso un solo responsabile, l’unico sopravvissuto. Sembra tutto chiaro, ma è solo l’inizio di una storia che ribalta ogni certezza.
Nel 2015 incontriamo Victoria Anthon, una scrittrice che vive di fughe e identità mutevoli: nessuno l’ha mai vista, nessuno conosce il suo vero nome. La sua voce, come quella del libro che tiene in mano il lettore, nasconde un segreto.
Carrisi costruisce un thriller psicologico teso e raffinato, dove la verità è una trappola di riflessi e la paura nasce dal dubbio. Un romanzo che ipnotizza fin dal primo respiro e lascia una promessa inquieta: chi lo legge, avrà un segreto da custodire.
Dopo i segreti e i labirinti di Carrisi, c’è il ritorno di una protagonista indimenticabile: Faye. In Sogni di bronzo (Marsilio, 11 novembre), Camilla Läckberg chiude la trilogia de La storia di Faye, portando la sua eroina al confronto più duro: quello con il padre, fuggito dal carcere e deciso a distruggerla.
Per difendere sé stessa, le persone che ama e l’impero di Revenge, Faye deve riunire le sue alleate e affrontare una nuova nemesi, una donna che le somiglia più di quanto vorrebbe.
Tra intrighi, passioni, Läckberg intreccia glamour e tensione psicologica fino a una resa dei conti che celebra la forza e le ferite della femminilità.
Con L’uomo marchiato (Salani, 11 novembre), Robert Galbraith – alias J.K. Rowling – riporta in scena Cormoran Strike e la sua socia Robin Ellacott in un nuovo caso torbido e labirintico. Tutto comincia in una casa isolata del Kent, dove una donna agitata afferma che il corpo ritrovato nudo e mutilato in un caveau di Covent Garden non appartiene all’uomo identificato dalla polizia, ma al suo fidanzato scomparso.
Da quell’incontro si apre un’indagine che affonda nei bassifondi londinesi, tra simboli massonici, depistaggi e poteri corrotti, mentre sullo sfondo cresce la tensione personale tra Strike e Robin.
Galbraith dà vita a un thriller poliziesco monumentale (1204 pagine!), denso di false piste e colpi di scena, dove la logica si intreccia ai sentimenti e la verità è sempre un passo più in là — proprio come l’amore tra i due investigatori.
Proseguendo tra le novità libri novembre, finiamo tra le montagne del Ruanda con Le ombre del mondo (12 novembre) di Michel Bussi (E/O), un romanzo che fonde la tensione del thriller con la memoria della Storia. È Natale del 2024 quando Jorik, ex militare francese, parte con la figlia Aline e la nipotina Maé per una vacanza alla scoperta dei gorilla. Ma quel viaggio diventa presto un ritorno al passato: trent’anni prima, in Ruanda, Jorik aveva amato una giovane insegnante tutsi, Espérance, la cui voce riaffiora attraverso un diario scritto durante il genocidio del 1994.
In bilico tra i ricordi di quell’amore impossibile e il peso della colpa collettiva, Bussi intreccia tre generazioni, un segreto e un crimine storico, costruendo un racconto di dolore e redenzione. La suspense accompagna la riflessione morale: solo chi ha attraversato la notte può raccontarla.
Con Gesù e Cristo (Garzanti, 11 novembre), Vito Mancuso ci regala la sua opera più ambiziosa: un saggio che affronta la distinzione – e la necessaria unione – tra l’uomo storico e l’idea teologica che da lui è nata. Gesù, figura concreta della storia, e Cristo, simbolo universale di fede, vengono qui “separati per essere ricuciti”, in un dialogo che intreccia filosofia, teologia e ricerca spirituale.
Mancuso analizza duemila anni di interpretazioni e ne propone una chiave nuova, capace di parlare a un mondo ormai post-cristiano: non per demolire la tradizione, ma per restituirle senso nel presente.
Tra storia e mito, tra ragione e speranza, Gesù e Cristo invita il lettore a un viaggio dentro la propria fede, mostrando che comprendere e credere non sono gesti opposti, ma due parti della stessa verità.
Dopo la riflessione teologica di Mancuso, arriva la grande Storia con Cesare di Alberto Angela (Mondadori, 18 novembre).
Con il suo inconfondibile talento nel rendere vivi i secoli passati, Angela accompagna i lettori tra le legioni di Giulio Cesare, nel 58 a.C., alla conquista della Gallia: una terra ostile e affascinante, dove battaglie, intrighi e alleanze disegnano il destino di Roma.
Tra foreste stregate, santuari nascosti e ponti costruiti nella neve, il condottiero appare in tutta la sua complessità: geniale e crudele, instancabile e vulnerabile, politico e amante.
Basandosi sul De bello Gallico, Angela intreccia rigore storico e ritmo narrativo, restituendo un Cesare sorprendentemente vicino a noi, in un viaggio che è al tempo stesso epico e umano.
Ma lasciamo la Storia in grande formato per tornare al crime mediterraneo con Mandorla amara di Cristina Cassar Scalia (Einaudi, 18 novembre), nuovo capitolo della serie dedicata al vicequestore Vanina Guarrasi, ormai protagonista di culto anche sul piccolo schermo.
Una mattina d’estate, al largo di Capo Mulini, uno yacht alla deriva nasconde sette cadaveri. Il sospetto è un avvelenamento con cianuro mescolato a latte di mandorla: un delitto tanto insolito quanto inquietante. Vanina, rientrata a Catania in un momento personale delicato, si tuffa nell’indagine con la tenacia di sempre, sostenuta a distanza dallo storico commissario in pensione Biagio Patanè.
Un noir solare venato di malinconia, dove la luce di Sicilia illumina anche le zone d’ombra dell’animo umano.
C’è un momento dell’anno in cui i lettori Sellerio sanno già cosa aspettarsi: una nuova antologia “in giallo”, un piccolo rito per chi ama la collana La memoria e i suoi investigatori di carta. Dodici mesi in giallo riunisce, come in una grande tavolata letteraria, le firme più amate della casa editrice: da Alicia Giménez-Bartlett a Antonio Manzini, da Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone a Gaetano Savatteri, Simona Tanzini, Santo Piazzese e altri.
Dodici racconti, uno per ogni mese, che attraversano un intero anno di delitti, umori e stagioni: dai saldi di gennaio con le sorelle Miralles alle indagini estive di Lamanna e Piccionello, fino al dicembre amaro di Rocco Schiavone. Ogni storia intreccia il mistero con la quotidianità, tra ironia, malinconia e quel senso di nostalgia che sono il marchio Sellerio.
Un appuntamento ormai atteso, che celebra il piacere del giallo d’autore e la fedeltà dei suoi lettori: dodici mesi, dodici voci, dodici modi diversi di guardare l’ombra dietro la luce.
Con Miss Bee e il giardino avvelenato (Longanesi, 25 novembre), Alessia Gazzola riporta in scena la sua irresistibile eroina in cloche e guanti di pizzo: Beatrice Bernabò, alias Miss Bee, giovane detective nell’Inghilterra degli anni Venti.
Siamo nel Norfolk del 1925, tra tè del pomeriggio, segreti di famiglia e un giardino che nasconde più di un veleno. Quello che doveva essere un tranquillo soggiorno in una dimora nobiliare si trasforma in un intrigo che coinvolge vecchie conoscenze, passioni sopite e ombre del passato. E mentre il mistero si infittisce, Beatrice deve fare i conti anche con il ritorno dell’affascinante visconte Julian Lennox, capace di complicare ogni indagine – e il suo cuore.
Tra delitti, ironia e scintille sentimentali, Gazzola firma un nuovo capitolo elegante e brillante, dove il giallo incontra il romanticismo d’epoca. Un finale perfetto per la serie di Miss Bee: acuto, frizzante e con quel tocco di malinconia che sa di addio.
A chiudere il mese, un viaggio nella memoria collettiva: C’era una volta in Italia. Gli anni Ottanta di Enrico Deaglio (Feltrinelli, 25 novembre).
Il decennio si apre con la strage di Bologna e si chiude con il crollo del Muro di Berlino: dieci anni in cui l’Italia cambia volto, smette di credere nella politica e comincia a credere nella televisione. È l’epoca dei Mondiali dell’82, della “Milano da bere”, di Craxi e Falcone, di Cutolo e di Berlusconi, del Sud insanguinato e del Nord rampante.
Deaglio, affiancato da Ivan Carozzi, costruisce un grande romanzo civile: una narrazione corale fatta di cronache, immagini e canzoni, dove l’euforia convive con la violenza, e la nascita del mito televisivo con la dissoluzione dell’impegno.
Un ritratto lucido e appassionato di un Paese che si credeva invincibile — una nave potente e spericolata, forse già diretta verso l’iceberg.
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