QUELLA SPORCA DOZZINA

Il Comitato direttivo del premio Strega si è pronunciato e ha selezionato, tra gli ottanta proposti dagli Amici della domenica, quei dodici libri che si disputeranno il premio letterario più prestigioso in Italia.

La Sibilla,di Silvia Ballestra (Laterza), opera che ripercorre e rievoca le scelte, gli incontri, le occasioni di quella donna straordinaria, partigiana, scrittrice, traduttrice e poetessa che fu Joyce Lussu, è stato presentato dal linguista Giuseppe Antonelli.

Franco Buffoni, poeta, traduttore e saggista, per oltre trent’anni docente di letteratura inglese e letterature comparate in varie università, ha proposto Dove non mi hai portata, di Maria Grazia Calandrone (Einaudi), un viaggio a ritroso nel tempo che ricostruisce la breve vita di Lucia, madre biologica dell’autrice, che nel 1965 abbandona la figlia di otto mesi nel parco di Villa Borghese per poi morire suicida nel Tevere insieme al compagno.

La giornalista e studiosa di narrativa ottocentesca, Elisabetta Rasy, ha invece promosso La traversata notturna di Andrea Canobbio (La Nave di Teseo), romanzo nel quale lo scrittore, in una Torino densa di ricordi e di suggestioni, prova a indagare il dolore senza spiegazioni del padre Lorenzo, e quella sua indicibile tristezza che ha condizionato la vita di tutta la famiglia.

Elena Stancanelli candida, esattamente due giorni prima della notizia della sua tragica morte, Ada D’Adamo e il suo Come d’aria (Elliot), storia di ispirazione autobiografica di una madre cinquantenne che scopre di essersi ammalata e del suo rapporto con la figlia Daria, disabile dalla nascita e affetta da una grave malattia. Tra i favoriti dai bookmaker.

Lo storico Alessandro Barbero, già vincitore del premio Strega nel 1996, candida  Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi (Laurana), un romanzo corale che racconta le peripezie di Cesco, un giovane milite della Guardia ferroviaria di Asti che nel 1944 viene incaricata di redigere una mappa delle ferrovie del Messico.

La giornalista Simonetta Sciandivasci propone Le perfezioni di Vincenzo Latronico (Bompiani), libro che svela, attraverso le vite di Anna e di Tom e senza moralismi di sorta, le contraddizioni della nostra contemporaneità. Latronico, attraverso il suo racconto, giunge a una conclusione certa: la vita reale non perverrà mai alle aspettative della vita fantasticata sui social (altrui).

Teresa Ciabatti, una delle più significative voci del panorama letterario italiano, ha candidato la scrittrice, traduttrice, critica letteraria Romana Petri con Rubare la notte (Mondadori), romanzo dedicato alla vita di Antoine de Saint-Exupéry, autore del capolavoro Il piccolo principe.

Mi limitavo ad amare te, romanzo che si nutre delle vere storie dei bambini profughi dalla guerra bosniaca, di Rosella Postorino (Feltrinelli), dato tra i favoriti dai bookmaker, è invece presentato da Nicola Lagioia, premio Strega 2015 e all’ultimo anno del suo mandato come direttore del Salone del Libro di Torino.

Cassandra a Mogadiscio di Igiaba Scego (Bompiani), scrittrice nata in Italia da genitori somali e presentato da Jhumpa Lahiri, è scritto in forma di lettera alla nipote che vive in Canada. Il memoir ricostruisce la storia della famiglia Scego, partendo dalla parola jirro, che in somalo significa malattia, ma anche, in senso lato, ferita, dolore, stress postraumatico e postguerra.

Daria Bignardi sostiene Il continente bianco (Bollati Boringhieri), dello scrittore Andrea Tarabbia, già premio Campiello nel 2019. Il libro riprende, traslandoli in questi anni, temi e motivi de L’odore del sangue, romanzo pubblicato postumo di Goffredo Parise. Nel lavoro di Tarabbia il rapporto morboso tra la borghese Silvia e il picchiatore fascista Marcello metterà in luce la fragilità morale e spirituale di una certa borghesia italiana.

Tornare dal bosco di Maddalena Vaglio Tanet (Marsilio), presentato da Lia Levi, racconta – a partire da fatti reali, narrazioni familiari, stralci di giornali e dicerie – il dramma che si verifica in una piccola comunità di montagna agli inizi degli anni Settanta, quando una ragazzina si suicida e la sua maestra, Silvia, svanisce nel nulla.

Leonardo Colombati, infine, candida Una minima infelicità, dell’esordiente Carmen Verde (Neri Pozza), romanzo che si svolge in un asfittico ambiente familiare. Al centro, voce narrante, c’è Annetta, minuscola di statura, ai limiti del nanismo, che conosciamo da quando è  ancora bambina finché diventa una giovane donna. La sua sofferenza, complessa, irrisolvibile, è prodotta, più che dal limite fisico, dalla dipendenza emotiva da sua madre.

In attesa della proclamazione della cinquina finalista prevista per il prossimo 7 di giugno, buon cammino verso la vittoria a tutti e dodici i libri!

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