GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

La scrittrice Ginevra Lamberti sul quotidiano Domani scrive, all’indomani del ritrovamento del corpo della studentessa Giulia Ceccherin uccisa i giorni scorsi dall’ex fidanzato: «Il femminicidio è la prova plastica che la violenza di genere non è un raptus, ma uno strumento per disciplinare…. L’esercizio di potere (da parte dell’uomo – NdR) è assoluto, poiché la vittima è roba, possedimento, oggetto spersonalizzato».

Un esercizio di potere che è stato portato alle estreme conseguenze in Italia 102 volte dal primo gennaio al 12 novembre 2023 (dati del Servizio Analisi Criminale della Polizia di Stato). Delle 102 donne uccise, 53 lo sono state per mano del proprio partner o ex.

Sabato 25 novembre, a distanza di una settimana dal ritrovamento di Giulia, ricorre la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le Donne. Leggere, documentarsi, approfondire il tema è diventato un dovere civico per tutti. Noi di Fastbook abbiamo selezionato alcuni libri che riteniamo importanti: libri per capire, e per agire.

IL SESSO DEBOLE (Gruppo Albatros Il Filo), di Simona Cardinaletti, psicologa e psicoterapeuta che ha fatto dell’aiuto alle donne in difficoltà la sua professione, riporta, agendo da amplificatore, le voci delle donne che hanno subito violenza: sono loro le migliori esperte sul tema, è prima di tutto a loro che deve essere data la parola. Il volume si apre con l’analisi delle caratteristiche tipiche della violenza di genere – viene esercitata sulle donne in quanto tali; ha radici storiche che affondano nella differenza di ruoli; ha dimensioni planetarie – per giungere alla conclusione che le donne che non hanno subito soprusi restano costantemente vittime potenziali, ingabbiate come sono in regole non scritte ma profondamente interiorizzate che le vedono subalterne. La differenza tra chi aiuta e chi viene aiutato, sostiene Cardinaletti, a volte risiede solo nell’aver avuto la fortuna di non aver incontrato uomini violenti.

Proprio a proposito di retaggi ineludibili, LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE NELLA STORIA (Viella editrice), antologia di saggi a cura di Simona Feci e Laura Schettini, presenta un’ampia rassegna sulla storia della violenza di genere, esplorando sia i contesti dove questa si è prodotta e manifestata, in particolare nell’ambito delle relazioni familiari, sia le politiche del diritto adottate per regolarla e contrastarla. I testi si muovono lungo un arco cronologico ampio, dalla prima età moderna al presente, e spaziano tra aree differenti del territorio nazionale. «La violenza di genere – sottolineano le curatrici – nelle società attuali è qualcosa che viene da lontano, dal nostro passato, dalla lunga disparità tra uomini e donne».

Flaminia Saccà, docente ordinaria presso l’università La Sapienza di Roma, con la ricercatrice Rosalba Belmonte in SOPRAVVISSUTE (Castelvecchi), attraverso numerose interviste a vittime di violenza di genere, indagano la rappresentazione che la loro personale rappresentazione degli autori dei soprusi, i fattori decisivi nella scelta di denunciare, il ruolo svolto dal contesto familiare e di prossimità, dalle istituzioni e dai centri antiviolenza. «Troppo spesso, infatti, la narrazione della violenza maschile contro le donne viene delineata da soggetti esterni – attori sociali e soggetti istituzionali – mentre le donne, che di quella violenza sono loro malgrado protagoniste, finiscono di frequente per essere escluse dalla costruzione della rappresentazione sociale di ciò che hanno subito».

Fondamentale l’aiuto che l’una con l’altra le donne si possono scambiare per liberarsi dal giogo della violenza maschile. L’attivista e sociologa Lella Palladino in NON È UN DESTINO (Donzelli), racconta storie di donne che da questa spirale sono uscite. «Ci si salva insieme alle altre. Quando si esce dall’isolamento e si chiede aiuto. Il posto giusto sono i centri antiviolenza. Ci si salva nel momento in cui si ha la possibilità di confrontarsi con altre donne e di capire che non è un problema individuale quello che si sta vivendo, ma è una questione collettiva perché la violenza maschile sulle donne è nella legittimazione culturale generalizzata».

Ma la sopraffazione psicologica che le donne subiscono spesso non ha nulla da invidiare a quella fisica che a volte le uccide. LA VIOLENZA INVISIBILE SULLE DONNE (Franco Angeli editore), di Elvira Reale, psicologa, esperta di salute della donna in un’ottica di genere, dimostra come il controllo coercitivo, anche in assenza di contatto fisico, riduca i gradi di libertà di una donna attraverso il ricatto, le minacce, la colpevolizzazione, l’isolamento. Così, la vittima degli abusi psicologici non osa neppure recarsi al Pronto Soccorso – non ha nulla da “mostrare” – quando invece gli strumenti per denunciare questo tipo di violenza, più sotterranea ma altrettanto micidiale di quella materiale, esistono e si possono usare.

La battaglia più difficile, oggi, resta quella culturale, quella contro la matrice patriarcale e maschilista della società. Per questo vogliamo chiudere citando gli ultimi due versi della poesia che Cristina Torres-Cáceres, attivista peruviana, scrive all’indomani dell’uccisione di Mara Castilla, una studentessa di 19 anni uccisa nel 2017 a Puebla, in Messico, dall’autista di un servizio taxi.

«Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima».

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