ASSEGNATO IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA
Il mondo della cultura ha recepito con grande interesse e attenzione la notizia dell’assegnazione del premio Nobel per la Letteratura.
Scrittrici e scrittori che nel corso del tempo lo hanno ottenuto – l’istituzione del Nobel risale al 1901 –, a volte sono finiti nel dimenticatoio, più spesso sono diventati dei veri e propri classici, entrando a pieno titolo nei cataloghi long-seller di editori e librerie che non si stancano di riproporre a lettrici e lettori i loro libri.
Per quel che riguarda il Bel Paese, ad oggi sono stati sei i premi per la letteratura assegnati ad italiani: dopo Carducci, Grazia Deledda nel 1926, unica donna italiana a ricevere il riconoscimento; Luigi Pirandello nel 1934; Salvatore Quasimodo nel 1959; e infine Eugenio Montale nel 1975. Autori (ed autrice!) indimenticabili, che a distanza di tempo non smettono di parlare a chi li legge, con inesauribile modernità.
Ma quale sorpresa ci ha riservato quest’anno la giuria dell’Accademia di Stoccolma? E, soprattutto, che tipo di gradimento e di accoglienza troveranno i libri di chi ha vinto nel popolo dei lettori del nostro paese? Affolleranno gli scaffali delle librerie o si limiteranno ad occupare un posto sì d’onore, ma defilato e di esigue dimensioni?
Mentre i bookmaker puntavano chi sulla cinese Can Xue, data per sicura vincitrice anche l’anno scorso (tra i suoi libri, in Italia sono stati tradotti, da Utopia, “La strada di fango giallo” e “Dialoghi in cielo”, chi sull’australiano Gerald Murnane, scrittore ancora poco conosciuto in Italia e autore del romanzo “Le pianure”, chi sulla scrittrice aborigena Alexis Wright, di cui in Italia è uscito un unico libro, nel 2008, l’ormai introvabile “I cacciatori di stelle” (Rizzoli), che non ha mai raggiunto il successo commerciale sperato dall’editore, chi su Salman Rushdie, l’autore de “I versi satanici”, c’era pure chi non si stancava di scommettere sui soliti noti, Haruki Murakami e Thomas Pynchon, da anni annoverati tra i papabili.
Con grande sorpresa il premio è stato invece assegnato alla scrittrice sudcoreana di fama internazionale Han Kang, scrittrice sudcoreana. Il riconoscimento ha voluto premiare lo stile narrativo unico di Kang, capace di esplorare le profondità dell’animo umano grazie a una scrittura penetrante, poetica e inquietante. La scrittrice nata a Gwangju nel 1970 nella sua produzione letteraria, attraverso un linguaggio allo stesso tempo delicato e brutale, non ha avuto paura di affrontare tematiche complesse come la violenza, il dolore, la memoria collettiva e la ricerca di libertà.
Uno dei suoi romanzi più noti, La vegetariana (pubblicato in Italia da Adelphi), ha colpito profondamente critica e pubblico per la sua originalità. Il libro racconta la storia di Yeong-hye, una donna apparentemente ordinaria che decide all’improvviso di diventare vegetariana. Una scelta all’apparenza semplice che si trasforma rapidamente in un atto di ribellione contro le norme sociali, le aspettative famigliari e il controllo patriarcale. La metamorfosi di Yeong-hye, dal rifiuto del cibo all’alienazione totale, è una metafora potente del conflitto tra identità personale e imposizioni culturali. “La vegetariana”, Man International Book Prize nel 2016, è stato capace di indurre i lettori a interrogarsi sul potere del corpo, sulla violenza insita nelle relazioni e sulla vulnerabilità dell’essere umano di fronte a un mondo che lo sovrasta.
Un altro lavoro di Han Kang, “Atti umani” (sempre Adelphi), affronta la tragedia della rivolta di Gwangju del 1980, un momento oscuro della storia sudcoreana nella quale migliaia di civili furono massacrati per aver osato chiedere libertà e democrazia. Con uno stile crudo eppure empatico, Han Kang mette in luce il costo della violenza, non solo a livello fisico ma anche psicologico ed emotivo. I sopravvissuti, i morti e persino coloro che non hanno partecipato direttamente alla rivolta vengono coinvolti in un doloroso processo di ricordo e guarigione, un viaggio che riflette sull’importanza della memoria collettiva e sull’impatto della violenza di Stato.
È di fine 2023 la sua più recente pubblicazione dal titolo “L’ora di greco”. “In una Seoul rovente e febbrile, una donna vestita di nero cerca di recuperare la parola che ha perso in seguito a una serie di traumi. Le era già successo una prima volta, da adolescente, e allora era stato l’insolito suono di una parola francese a scardinare il silenzio. Ora, di fronte al riaffiorare di quel mutismo, si aggrappa alla radicale estraneità del greco di Platone nella speranza di riappropriarsi della sua voce.”
In definitiva, il Premio Nobel per la Letteratura a Han Kang riconosce non solo il talento di una straordinaria scrittrice, ma anche il potere della letteratura di confrontarsi con il dolore e la violenza, di portare alla luce verità scomode e di trasformare le esperienze umane in opere d’arte senza tempo. Han Kang continuerà a essere una voce imprescindibile per chiunque voglia comprendere meglio le complessità della condizione umana.
Gli altri Nobel
Per la Medicina:
l Nobel per la Medicina 2024 è stato assegnato agli americani Victor Ambrose e Gary Ruvkun per la scoperta dei micro-Rna.
Per la Fisica:
John Hopfield e Geoffrey Hinton. I due studiosi hanno condotto un importante lavoro con le reti neurali artificiali dagli anni ’80 in poi e hanno sviluppato dei metodi che sono il fondamento del potente apprendimento automatico odierno.
Per la chimica:
Il Premio Nobel per la Chimica 2024 è stato assegnato a David Baker «per la progettazione computazionale delle proteine» e a Demis Hassabis e John M. Jumper «per i sistemi di predizione delle proteine».
Per la Pace:
Vince l’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo, un’associazione fondata dai sopravvissuti alle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki durante la Seconda guerra mondiale che promuove un mondo privo di armi atomiche.
Il 14 ottobre verrà assegnato il Premio Nobel per l’Economia.